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Fano dei Cesari

Piazza XX Settembre

LA STORIA DELLA CITTA'

PIAZZA XX SETTEMBRE

Collocata nel cuore della città è la piazza su cui si affaccia imponente il trecentesco Palazzo del Podestà rinominato della Ragione, ora Teatro della Fortuna, la cui facciata è in stile romanico-gotico e il cui interno rifatto nell’ 800 è in stile neoclassico. Un’arbitraria aggiunta ottocentesca è la classicheggiante merlatura. All’esterno domina la torre civica ricostruita dopo la guerra al posto dell’antico campanile. Attraverso il monumentale Arco Borgia-Cybo innalzato alla fine del sec. XV., dal Palazzo del Podestà si passa all'androne che conduce alla Corte Malatestiana. Sul lato occidentale della piazza c’è la Fontana della Fortuna dall’ampio bacino mistilineo a marmi colorati, interamente rinnovato nel 1697-99 dal veneziano Ludovico Torresini. La fontana è ornata con la statuetta bronzea della Dea Fortuna modellata e fusa nel 1593 dall’urbinate Donnino Ambrosi Poco lontano, sul lato meridionale della piazza, fa bella mostra di sé la piccola ed elegante facciata protobarocca in cotto e pietra arenaria della Chiesa di S. Silvestro opera forse dell’architetto Filippo Terzi
  



Rocca Malatestiana


Statua Dea Fortuna Teatro


CATTEDRALE


In Via Arco d'Augusto, si trova la Cattedrale dedicata all'Assunta, ricostruita nel 1140 dopo che un incendio aveva distrutto la precedente costruzione, ha una facciata tipicamente romanica tripartita a struttura mista di laterizi e arenaria arricchita da un portale strombato.Il campanile sul lato sinistro fu costruito in luogo dell'originale torre campanaria cilindrica. L'interno, a tre navate con l'aggiunta di cappelle laterali realizzate a partire dal XIV secolo, contiene un pulpito realizzato con sculture appartenute all'antica chiesa, tra cui rilievi romanici rappresentanti episodi dell'infanzia di Cristo, e la seicentesca e fastosa Cappella Nolfi a cui collaborò l'architetto Girolamo Rainaldi, che fu affrescata con "Le Storie della Vergine" da Domenico Zampieri detto il Domenichino tra 1618 e 1619. Nella Cappella dei Santi Protettori e sull'Altare Maggiore si possono rispettivamente ammirare due tele: "La Vergine con i Santi Orso ed Eusebio" di Ludovico Carracci e "La Vergine Assunta" di Sebastiano Ceccarini.


 
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